Il perchè del percorso terapeutico: l’integrazione delle parti
Ogni individuo ha la sua storia che è diversa da quella di tutti gli altri. Ogni percorso terapeutico ha valore se personalizzato e plasmato sul singolo. Esistono però delle linee guida trasversali applicabili a tutte le storie terapeutiche.
In questo articolo parliamo delle motivazioni che spingono un individuo a intraprendere un percorso terapeutico e quali sono gli obiettivi che si potrebbero raggiungere con tale percorso.
Perché un individuo decide di andare in psicoterapia? Molto spesso l’esigenza parte da una storia di sofferenza, che porta a una sensazione di malessere.
Il “non stare bene” equivale a un disequilibrio tra le parti.
Immaginiamo che ogni persona sia come uno sgabello a tre gambe, ogni gamba è una parte: la sfera cognitiva/razionale, la sfera emotiva e la sfera corporea. Se una delle gambe non è della stessa lunghezza delle altre, allora lo sgabello sarà instabile e non sarà possibile la seduta perché troppo precaria. Lo scopo sarà dunque quello di uniformare le gambe per renderlo stabile e sicuro.
In un soggetto cosiddetto “sano” le tre parti, ossia quella volta al raziocinio (al pensiero, ossia l’ectoderma) , quella volta all’azione (al fare, ossia il mesoderma) quella che riguarda il sentire (l’emozionalità, ossia l’endoderma) sono integrate e in perfetto equilibrio tra loro. Ciò significa che l’individuo saprà dosare quel tanto di azione, di pensiero e di emozione adeguati alla situazione che si trova ad affrontare e saprà provare tutta la gamma emotiva, non si farà sopraffare dalla stessa e agirà nel modo migliore per sé.
“La terapia biosistemica” di Liss e Stupiggia, riassume bene queste spiegazioni:
“Nel momento in cui inizia lo sviluppo embrionale, […] il nostro corpo si differenzia in tre foglietti embrionali che, procedendo dalla parte più interna dell’embrione, sono l’ectoderma, il mesoderma e l’endoderma.
[…] Dall’ectoderma si sviluppano il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso autonomo e la pelle; dal mesoderma lo scheletro, i muscoli e il sistema cardiocircolatorio; infine dall’endoderma il sistema gastrointestinale, il sistema respiratorio e quello renale.
Il funzionamento più o meno equilibrato del futuro organismo adulto dipende dall’armonica funzionalità di questi tre strati germinali. […] Possiamo, infatti, associare ai tre foglietti embrionali tre differenti attività psicologiche: lo sviluppo cognitivo per l’ectoderma, quello motorio per il mesoderma e quello emotivo pulsionale per l’endoderma”.
Se, al contrario, una persona non ha una buona integrazione delle parti ecco che ci sarà uno squilibrio. In alcuni casi può prevalere l’ectoderma: avremo allora una persona estremamente razionale, quadrata, che non lascia spazio agli impulsi istintivi, molto ancorata a quelli che sono gli schematismi razionali. In altri casi a prevalere è il mesoderma e dunque avremo una persona perennemente in azione, che agisce più di pensare e non lascia neanche spazio alle emozioni. Mentre se a prevalere è l’endoderma si avrà una personalità estremamente emotiva, con passioni straripanti e mal contenute
È luogo comune considerare l’universo maschile come prevalentemente razionale e quello femminile emotivo e umorale. In realtà ogni persona è unica e se è in grado di affrontare la sua struttura interna in un’ottica di ristrutturazione può giungere a quell’integrazione che le permetterà di vivere appieno e con soddisfazione la sua vita.